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Quiz

1/10
Abilità linguistiche
Leggere attentamente il seguente brano. La prima volta che ho visto i capelloni, è stato a Praga. Nella hall dell'albergo dove alloggiavo sono entrati due giovani stranieri, con i capelli lunghi fino alle spalle. Sono passati attraverso la hall, hanno raggiunto un angolo un po' appartato e si sono seduti a un tavolo. Sono rimasti lì seduti per una mezzoretta, osservati dai clienti, tra cui io; poi se ne sono andati [1]. Sia passando attraverso la gente ammassata nella hall, sia stando seduti nel loro angolo appartato, i due non hanno detto parola (forse - benché non lo ricordi - si sono bisbigliati qualcosa tra loro: ma, suppongo, qualcosa di strettamente pratico, inespressivo). Essi, infatti, in quella particolare situazione - che era del tutto pubblica, o sociale, e, starei per dire, ufficiale - non avevano affatto bisogno di parlare. Il loro silenzio era rigorosamente funzionale. E lo era semplicemente, perché la parola era superflua. I due, infatti, usavano per comunicare con gli astanti, con gli osservatori - coi loro fratelli di quel momento - un altro linguaggio che quello formato da parole. Ciò che sostituiva il tradizionale linguaggio verbale, rendendolo superfluo - e trovando del resto immediata collocazione nell'ampio dominio dei "segni", nell'ambito ciò della semiologia - era il linguaggio dei loro capelli. Si trattava di un unico segno - appunto la lunghezza dei loro capelli cadenti sulle spalle - in cui erano concentrati tutti i possibili segni di un linguaggio articolato. Qual era il senso del loro messaggio silenzioso ed esclusivamente fisico? Era questo: "Noi siamo due Capelloni. Apparteniamo a una nuova categoria umana che sta facendo la comparsa nel mondo in questi giorni, che ha il suo centro in America e che, in provincia (come per esempio anzi, soprattutto - qui a Praga) è ignorata. Noi siamo dunque per voi una Apparizione. Esercitiamo il nostro apostolato, già pieni di un sapere che ci colma e ci esaurisce totalmente. Non abbiamo nulla da aggiungere oralmente e razionalmente a ciò che fisicamente e ontologicamente dicono i nostri capelli. Il sapere che ci riempie, anche per tramite del nostro apostolato, apparterrà un giorno anche a voi. Per ora è una Novità, una grande Novità, che crea nel mondo, con lo scandalo, un'attesa: la quale non verrà tradita. I borghesi fanno bene a guardarci con odio e terrore, perché ciò in cui consiste la lunghezza dei nostri capelli li contesta in assoluto. Ma non ci prendano per della gente maleducata e selvaggia: noi siamo ben consapevoli della nostra responsabilità". (da: P.P. Pasolini, "Il discorso dei capelli", in "Scritti corsari") -----Che sentimento traspare nei confronti dei Capelloni da parte dell'autore?
Seleziona la risposta
1 risposta corretta
A.
Simpatia
B.
Disprezzo
C.
Nessuna delle altre alternative è corretta
D.
Approvazione

Quiz

2/10
Comprensione del testo
Leggere il brano e rispondere al quesito solo in base alle informazioni contenute. La definizione più elementare della parola "geografia" viene dalla sua etimologia: essa deriva infatti da una parola greca composta che significa "descrizione della terra" e pertanto la geografia dovrebbe essere la scienza che descrive la terra. Ma oggi nessun geografo potrebbe accettare questa definizione, in quanto il semplice atto descrittivo, o illustrativo, di una qualsiasi porzione di spazio terrestre può essere fatto con grande efficacia e precisione e con risultati indubbiamente eccellenti sul piano della illustrazione anche da un giornalista, da uno scrittore, da un fotografo o da un operatore televisivo. La geografia in età greco-romana ebbe principalmente l'obiettivo di rappresentare la terra e solo marginalmente, utilizzando le cognizioni astronomiche di allora, si pose il compito di risolvere alcuni problemi teorici, quali la forma e le dimensioni del nostro pianeta o la determinazione di un punto nello spazio. L'illustrazione della terra era indispensabile per muoversi sui mari, nei territori poco conosciuti e negli spazi ancora da conquistare, e così i geografi furono quelli che disegnarono le carte geografiche, descrissero gli itinerari per spostarsi da una regione all'altra, raccontarono delle popolazioni, dei climi, dei costumi, diedero informazioni ai sovrani, ai mercanti, ai comandanti degli eserciti, ai pellegrini [...], a tutti coloro che per qualsiasi motivo dovevano spostarsi dalla regione a loro nota in aree che non conoscevano. I grandi viaggi di esplorazione, la competizione per la conquista delle terre che venivano scoperte e lo sviluppo del commercio su scala mondiale portarono la geografia, a partire dal XVI secolo, su posizioni sempre più importanti, perché possedere buone carte geografiche e dettagliate descrizioni delle diverse regioni consentiva di muoversi più rapidamente, con minore spreco di risorse, e di utilizzare meglio le terre conquistate o con le quali si entrava comunque in relazione. Anche la fede religiosa utilizzò e diede un contributo alla geografia, perché la spinta a cercare popoli non ancora aperti al cristianesimo portò i missionari ad esplorare, a riconoscere e a descrivere regioni e popoli non noti in Europa. Nel contempo lo sviluppo dell'astronomia consentiva nuovi progressi alla cartografia e alla geodesia, e già dal VXIII secolo queste scienze uscivano al di fuori di quell'insieme di conoscenze che genericamente erano chiamate geografia. (Da: G. Barbina, La geografia umana nel mondo contemporaneo , Carocci editore) In base al contenuto del brano, quale dei seguenti elementi NON ha contribuito a dare un impulso alla geografia nel corso della storia?
Seleziona la risposta
1 risposta corretta
A.
L'ampliarsi dei commerci
B.
La sua etimologia
C.
I viaggi di esplorazione
D.
Il cristianesimo
E.
Nessuna delle risposte è esatta

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3/10
Abilità linguistiche
Quale delle seguenti alternative è scritta correttamente?
Seleziona la risposta
1 risposta corretta
A.
Taccagno
B.
Alennamento
C.
Maleveria
D.
Masoneria

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4/10
Comprensione del testo
Leggere il brano e rispondere al quesito solo in base alle informazioni contenute. Televisione e cinema sono due medium, due mezzi, diversi. Una volta, anche il target che intratteneva l'una non aveva niente in comune con quello che intratteneva l'altro. Con il tempo - e i film e le serie tv, e il passaggio di autori, registi e attori da una parte e dall'altra - le cose sono cambiate. Al cinema, si punta su quello che è l'intrattenimento di massa, mirato alla pancia delle persone: hai due ore, solo due; e il tuo investimento come casa di produzione deve essere studiato. Non devi rischiare. I rischi, ci ha detto nemmeno una settimana fa David Levine di HBO, vanno evitati. E quindi punti sul cavallo vincente (sempre tu, produttore): punti sul franchise, sui supereroi, sugli inseguimenti e sulle esplosioni. Le storie intime, quelle piccole e per pochi, trovano poco spazio. Peggio: trovano pochi investimenti. E alla fine, quando li trovano, vengono distribuite online, su piattaforme di streaming come Netflix oppure direttamente in televisione e home video. Insomma: lontano dalla sala. In televisione, invece, quello che si cerca è proprio il rischio: l'azzardo. Non è un caso che in questi anni gli investimenti siano aumentati così tanto. [...] E poi ci sono i ruoli dello showrunner e dello sceneggiatore, il primo totalmente inedito sul grande schermo, che portano una direzione editoriale molto più decisa e precisa nella serialità televisiva. In televisione trovano spazio storie di personaggi, quindi complicate, grigie, a volte specializzate nel racconto estremo del male o del tormento; oppure della rinascita, della speranza, della forza che scaturisce dallo stare insieme. Quello tra film e serie tv non è uno scontro. È un viaggio parallelo. Da cui ciascuno dei due mezzi, volendo, può trarre cose positive. Il cinema può trovare nella serializzazione delle proprie storie - più appuntamenti a più uscite - un nuovo modo per attirare pubblico nelle sale. E la televisione, nella qualità cinematografica di tecnica e produzione, può trovare un altro punto di riferimento. Quello che, a conti fatti, appare piuttosto evidente è una cosa soltanto: in mezzo, tra i due colossi dell'intrattenimento, c'è il pubblico. Ed è al pubblico, prima ancora che a una lotta di scopi e di differenze, che si dovrebbe pensare. Perché senza il pubblico - il seguito, il successo; i soldi spesi per biglietti e abbonamenti - non ci sarebbero né film né serie tv. (Da: G. Tammaro, "Meglio le serie tv o il cinema?", Lastampa.it) In base al contenuto del brano lo "showrunner" e il "franchise":
Seleziona la risposta
1 risposta corretta
A.
Nessuna delle risposte è esatta
B.
indicano rispettivamente una nuova figura professionale nel campo delle serie tv e un marchio di sicuro successo nelle produzioni cinematografiche
C.
sono due tipologie di investimento rispettivamente nel campo della televisione e in quello del cinema
D.
sono due nuove figure che emergono dal mondo del cinema, capaci di dare la giusta impronta artistica al film
E.
indicano entrambi un metodo di produzione seriale, l'uno per la televisione e l'altro per il cinema

Quiz

5/10
Abilità linguistiche
Se è:
Seleziona la risposta
1 risposta corretta
A.
una preposizione coordinante
B.
un avverbio
C.
una congiunzione copulativa
D.
una congiunzione subordinante

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6/10
Comprensione del testo
Leggere il brano e rispondere al quesito solo in base alle informazioni contenute. Il salto di specie (in inglese "spillover") è un processo naturale per cui un patogeno degli animali evolve e diventa in grado di infettare, riprodursi e trasmettersi all'interno della specie umana. [...] Il salto di specie avviene in genere a seguito di un contatto prolungato tra l'uomo e l'animale portatore del patogeno originale: nel caso dei virus, ad esempio, possono essere necessari vari tentativi di "salto" da parte di ceppi virali che mutano casualmente. Più prolungata e ravvicinata è l'esposizione animale-uomo, più è statisticamente probabile che un virus muti casualmente in un ceppo nuovo in grado di infettare l'essere umano. Le zoonosi sono un fenomeno naturale col quale la specie umana convive da millenni: molte di queste sono sfociate in vere e proprie pandemie che hanno segnato e influenzato la storia umana. Tuttavia il mondo moderno, rispetto al passato, facilita ancora di più la trasmissione di malattie infettive. Il numero di esseri umani sulla Terra sfiora gli 8 miliardi, di cui il 55% vive nei grandi centri urbani, una quarantina dei quali con più di 5 milioni di abitanti; questa percentuale inoltre cresce dell'un per cento ogni anno. La tecnologia dei trasporti e il flusso quotidiano di persone che si spostano sia per motivi economici che turistici, rende teoricamente possibile il trasporto di un agente patogeno da un capo all'altro del Pianeta nel giro di 24 ore. Tra gli altri fattori che rendono il mondo moderno più a rischio di zoonosi infettive vi sono le alterazioni degli ecosistemi e l'espansione delle aree urbane o antropizzate. L'habitat delle specie selvatiche da cui si originano i virus è sempre più ridotto e "invaso" da attività umane, costringendo animali selvatici a una coabitazione ravvicinata e forzata con l'uomo e con gli animali addomesticati (polli, suini, bovini). Anche i cambiamenti climatici e l'inquinamento atmosferico giocano un ruolo: a causa dei primi, infatti, si espandono gli ambienti favorevoli alla proliferazione di insetti e altri animali veicolo di agenti patogeni. L'inquinamento atmosferico, invece, rende le persone mediamente più vulnerabili alle infezioni respiratorie, nel caso di zoonosi che si propagano tramite via aerea. In questo scenario, se non si verificherà un'inversione di tendenza nella crescita demografica umana e, soprattutto, se non si gestirà il nostro rapporto con l'ambiente in maniera più sostenibile, le zoonosi infettive sono destinate ad aumentare come frequenza nei decenni a venire. (Da: Zoonosi: perché alcuni virus "saltano" dagli animali all'uomo? , Redazione, fondazioneveronesi.it) In base al contenuto del brano, quale dei seguenti elementi può essere considerato il fattore scatenante dello "spillover"?
Seleziona la risposta
1 risposta corretta
A.
La tecnologia dei trasporti
B.
L'inquinamento
C.
Il contatto prolungato tra uomo e animale
D.
L'allargamento delle aree urbane
E.
Nessuna delle risposte è esatta

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7/10
Abilità linguistiche
Inserire il verbo più appropriato nella frase: "In due giorni non hanno potuto ... a molte cose".
Seleziona la risposta
1 risposta corretta
A.
fare
B.
provvedere
C.
svolgere
D.
risolvere

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8/10
Comprensione del testo
Leggere il brano e rispondere al quesito solo in base alle informazioni contenute. Lontano dal silenzio delle grotte himalayane, lo yoga vale 11 miliardi di dollari al 2020, solo negli Stati Uniti. Un business che seduce ogni anno più di 300 milioni di praticanti al mondo e che richiama eventi di massa megasponsorizzati. [...] Insomma, che piaccia o no, l'antica disciplina indiana non è più riservata a una cerchia di adepti, ma è una pratica globale. [...] E come stupirsi allora se lo yoga mette radici nel mondo del business? "Non è una moda, le aziende, soprattutto di medie dimensioni, ci chiedono spesso consigli e insegnanti per introdurre lo yoga in azienda, per i propri dipendenti e a volte per i clienti top. Una richiesta che all'inizio era di wellness, ora è di wellbeing, di benessere psico-fisico dell'individuo, che quindi inciderà sul clima aziendale [...] Ma cosa può portare oggi l'antica disciplina in un contesto performante come quello aziendale? "Il grande tema è la gestione dello stress. Che poi significa il miglior risultato con il minimo sforzo possibile e si traduce in una maggiore efficienza - spiega Andrea Serena, che vanta esperienze con clienti come Luxottica, Novartis, Banca Intesa e Zambon - Lo stress incide tanto sulla vita delle persone e sui costi per l'azienda in termini di assenze, malattie (lo stress riduce le difese immunitarie), burnout, peggioramento delle relazioni tra le persone". Nei suoi corsi, tra Milano e Venezia, propone le posture, i pranayama (nella consapevolezza che il respiro agisce sul sistema nervoso e condiziona gli stati mentali) e meditazione, così da ridurre le tensioni fisiche e mentali, rafforzare il corpo, potenziare la volontà, aprire la persona a dimensioni inusuali legati all'intuizione. "Le persone si sentono meglio e dichiarano di lavorare meglio - aggiunge Serena - mentre per le aziende è un vero e proprio investimento". Non solo in termini di salute ma anche di valori intangibili, come testimonia la scelta di Niccolò Branca, presidente dell'omonima azienda che, sperimentando su di sè la pratica da 24 anni, la offre anche ai propri collaboratori per coltivare e sviluppare il proprio livello di auto consapevolezza [...] Uno dei valori intangibili è legato al senso di comunità. "Praticare assieme è il valore del sangha, la comunità di pratica. E questo crea un senso di appartenenza, da cui anche l'azienda trae beneficio". Inoltre con lo yoga si possono sviluppare le cosiddette soft skill così utili nelle imprese. (Da: Lo yoga che fa bene ai collaboratori (e conviene all'azienda) , A. Maccaferri, Ilsole24ore.com) Quale delle seguenti alternative è FALSA in relazione a quanto riportato nel brano?
Seleziona la risposta
1 risposta corretta
A.
Anche le posture vengono corrette nelle aziende, poiché quelle sbagliate sono origine di stress
B.
Nessuna delle risposte è esatta
C.
Anche gli esercizi respiratori incidono sul sistema nervoso e sulla mente
D.
Gli stessi dipendenti hanno dato testimonianza positiva degli effetti dello yoga sulle proprie vite e nel lavoro
E.
Gli esercizi proposti dallo yoga possono aiutare ad ampliare e migliorare la propria intuizione

Quiz

9/10
Abilità linguistiche
Leggere attentamente il seguente brano. Con il caldo, l'asfalto rilascia gas tossici. Per di più deriva dal petrolio e per rivestire un chilometro di strada ne servono 320 barili: una bella spesa. Si capisce che i sindaci la rimandino, anche perché Thomas Kosbau e Andrew Wetzler hanno inventato una soluzione a base di sabbia e acqua addizionata con il Bacillus pasteurii che dal camion miscelatore scende direttamente sulla strada e indurisce. Sana ed economica, ha appena ricevuto il premio Iida dato dalla Corea ai "progetti verdi". Gli studenti di Jennifer Hallinan, all'Università di Newcastle, hanno invece manipolato i geni del Bacillus subtilis, che in natura vive nei terreni, per fargli riparare le crepe del manto stradale o degli edifici prima che diventino voragini. Appena il bacillo trova del cemento - [1] lo riconosce dall'acidità - s'infila in fondo alle crepe, dove si moltiplica in tre tipi di cellule diverse. Alcune producono il carbonato di calcio, altre la colla e altre ancora filamenti fibrosi, finché l'impasto riempie tutto lo spazio libero. La miscela, una volta asciutta, è solida come il cemento e imprigiona per sempre il bacillo. Da vivo e sospeso nell'acqua, si potrà spruzzare nei viali o sulle pareti degli edifici. Oltretutto, se non incontra il pH per il quale è progettato, attiva il gene del suicidio con un altruismo che gli ha fatto vincere nel 2010 il concorso internazionale delle "Macchine geneticamente modificate". Dopo che Giancarlo Ranalli dell'Università del Molise ha liberato una parete della cattedrale di Matera dalle incrostazioni di nitrati, solfati, fuliggine e altre polveri inquinanti, si diffonde l'uso di microbi per pulire edifici storici e sculture troppo delicate per una sabbiatura con getti d'acqua, o troppo estese per una pulizia con lo spazzolino. Sulla superficie si applica per poche ore una pellicola facile da rimuovere, con batteri che ingeriscono lo sporco senza intaccare la "patina nobile" acquisita dalla pietra nel tempo. Insieme a Francesca Cappitelli dell'Università di Milano, Giancarlo Ranalli ha sperimentato il procedimento a base di Pseudomonas stutzeri e di Desulfovibrio desulfuricans sulle lunette del Duomo di Milano, sul basamento della Pietà Rondanini, sugli affreschi del Camposanto di Pisa e sulle statue nel giardino del Castello del Buon Consiglio a Trento, con soddisfazione di tutti. (da: "Ventiquattro", Magazine de "Il Sole 24 Ore") ---La frase contrassegnata da [1], "lo riconosce dall'acidità", è una proposizione:
Seleziona la risposta
1 risposta corretta
A.
incidentale
B.
subordinata temporale
C.
coordinata alla principale
D.
subordinata consecutiva

Quiz

10/10
Comprensione del testo
Leggere il brano e rispondere al quesito solo in base alle informazioni contenute. Per quelli che hanno letto tanti libri senza essere davvero esperti di niente, i saggi di Sciascia rappresentano una specie di risarcimento: la promessa, o la prova, che un'intelligenza e una cultura superiore possono avere una visione delle cose più profonda e più vera di quella consentita dallo specialismo. Naturalmente, Sciascia non è stato l'unico intellettuale del secondo novecento a parlare delle cose del mondo guardandole dall'alto, dalla specola della letteratura e della filosofia; ma a differenza di Pasolini e di Fortini, Sciascia non aveva, a proteggerlo, l'armatura di un'ideologia. Ciò significa che nessuna idea preconcetta condizionava i suoi movimenti dando un corso obbligato alle sue idee: il che si apprezza particolarmente in tempi anideologici come dovrebbero essere questi. [...] Quanto al contenuto dei saggi di Sciascia, mi pare che la loro attualità e il gusto della rilettura stiano soprattutto in questo: che mentre parla di mafia, terrorismo, giustizia, politica, Sciascia parla sempre anche degli uomini in generale, e degli italiani in particolare, e che i suoi giudizi fanno sempre riflettere non necessariamente perché sono veri, ma perché sono interessanti e soprattutto - in un coro di virtuosi del non detto e della litote - perché sono chiari. [...] Qui l'associazione d'idee porta a toccare almeno tre punti che stavano a cuore a Sciascia come devono stare a cuore a qualsiasi italiano che viva con gli occhi aperti anche oggi, a più di trent'anni di distanza. Primo punto (e matrice del secondo e del terzo), la retorica che in Italia sta "dietro ogni angolo" e dà "l'illusione e l'acquietamento di far qualcosa". [...] Secondo punto, la scuola, e che cosa fare con la scuola. La risposta di Sciascia suonerebbe di puro buon senso se il buon senso allora come oggi non fosse umiliato dalle mille "azioni parallele" che la scuola impone tanto a chi ci lavora quanto a chi ci studia: "I ragazzi bisogna lasciarli a scuola, che bene o male ancora serve". [...] Terzo punto: lo "sperpero enorme del denaro pubblico per manifestazioni 'culturali'", cioè il problema della manutenzione della cultura. [...] Scandalo e bestemmia, nell'Italia delle mille mostre e dei mille assessorati alla cultura; ma come non vedere, oggi come e più di ieri, mentre scuole e università restano sottofinanziate, quali inutili o dannose idiozie si contrabbandano, a caro prezzo per la fiscalità generale e a esclusivo vantaggio dei troppi laureati in lettere, sotto il nome di "cultura"? (Da: "Perché è ancora importante leggere Leonardo Sciascia", C. Giunta, Internazionale.it ) Quale delle seguenti tematiche NON è affrontata negli scritti di Sciascia, stando al contenuto del brano?
Seleziona la risposta
1 risposta corretta
A.
Giustizia
B.
Mafia
C.
Terrorismo
D.
Nessuna delle risposte è esatta
E.
Filosofia
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  • Abilità linguistiche:1534 domande
  • Comprensione del testo:178 domande

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